domenica 26 luglio 2020

Il potere del corpo femminile

Mario De Biasi fotografa Moria Orfei a piazzale Loreto, Milano, 1954

Mario De Biasi fotografa Moira Orfei a Milano, piazzale Loreto, 1954.
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Lei di spalle, il mondo davanti.
Mi ricorda la foto della donna nuda, a gambe aperte, ribattezzata "Naked Athena" davanti alla polizia americana di Portland durante gli scontri per il #blacklivesmatter.
Il punto di vista è il nostro mentre osserviamo da dietro il potere del corpo femminile contro la massa sbigottita proprio da quel corpo.
Non vediamo lei ma comprendiamo l'effetto che fa.
Lei, rivoluzionaria, ci volta le spalle e ci invita a seguirla anziché porsi di fronte a noi con pretesa di protagonismo.
Lei è il contrario del modello social, influencer, web, politico, televisivo, e per questo è davvero forte.


Nelson Corallo
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«L’uomo tende ad addormentarsi nella propria normalità, si dimentica di riflettersi, perde l’abitudine di giudicarsi, non sa più chiedersi chi è. È allora che va creato artificialmente, lo stato di emergenza: a crearlo ci pensano i poeti. I poeti, questi eterni indignati, questi campioni della rabbia intellettuale, della furia filosofica».
Pier Paolo Pasolini

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Tlon

(https://www.facebook.com/associazionetlon/photos/a.514498342022933/1810464352426319/?type=3&theater)

Ha suscitato molto entusiasmo la donna ribattezzata "Naked Athena" che, durante le proteste di Black Lives Matter a Portland, si è spogliata completamente per poi sedersi a terra e mostrare alle forze dell'ordine la potenza del corpo nudo.
Si è riconosciuto in questo gesto quello dell'anasyrma, ossia l'evocazione numinosa dei genitali femminili che nei riti e nell'arte sconvolge e rigenera l'ordine. 
Per questa ragione la foto della donna nuda seduta a gambe spalancate ha viaggiato di bacheca in bacheca, come fosse l'altra parte de L'Origine del Mondo di Courbet, ma c’è una differenza sostanziale.
Se nel caso della vulva dipinta nel quadro lo spettatore principale è chi osserva, in quello della Naked Athena gli spettatori principali sono i poliziotti sfocati sul fondo, non noi che guardiamo la foto.
Un atto di quel genere ha lo scopo di creare spaesamento, di far emergere il perturbante, il ritorno del rimosso, l'unheimlich freudiano per il quale nel mondo contemporaneo non c’è spazio. Per questo è stato un atto poetico e politico significativo nei confronti degli uomini in divisa, schierati in difesa della supremazia, della forza e della differenza. Ma noi non l’abbiamo davvero visto.
Non abbiamo subìto direttamente l'anasyrma, ne abbiamo immaginato l'effetto sugli altri. Se Perseo osservava Medusa dallo scudo specchiato, così noi abbiamo guardato Naked Athena di spalle, e ci siamo sentiti tutelati e protetti dalla dea perché il gesto apotropaico era rivolto altrove e non verso di noi. La dea è dalla nostra parte, ma il male che allontana è quello degli altri, non il nostro.
Bisogna sempre fare attenzione a non rendere assolutorio quello che crea spaesamento e rottura delle convenzioni, perché è inutile pensare di essere quelli buoni, quelli che hanno capito. Se viviamo immersi in questo sistema sociale c’è sempre una parte di noi da spaesare e da smascherare, ma se ci limitiamo a usare quell'immagine come spauracchio contro i nemici la depotenziamo, prendendone soltanto la parte più comoda: quella che non ci riguarda.
Anche il nostro sguardo ha bisogno di essere sconvolto. Bisogna imparare a combattere, innanzitutto contro se stessi.

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