E’ la mia mano che regge una piccola anguria. Ci ho visto qualcosa di protettivo, come un bambino piccolo e arrotolato su se stesso stare al sicuro nel palmo del padre. Un’anguria che dovrebbe significare un frutto ingombrante invece qui è tenera, quasi indifesa. Anche le cose che nel nostro immaginario assumono proporzioni grottesche cominciano la loro vita in forma dolce. Ho osservato le mie dita. Stanno diventando come quelle di mio padre e dio mio nonno, stanno invecchiando. Sto evolvendo in un frutto meno tenero e più ingombrante al contrario della piccola anguria. E’ la foto delle mie contraddizioni, questa. E’ anche qualcosa di erotico, è mano virile di uomo che tiene un giovane seno di donna, sodo, rotondo, giusto. Da ultimo ho pensato: “E se invece della mia mano che regge una piccola anguria, come fosse un bambino arrotolato o il giovane seno di donna, avessi pubblicato la mano di una ragazza che tiene un qualsiasi ortaggio oblungo, quali pensieri avrei avuto? La volgarità avrebbe vinto, per forza. In certi casi è vero che all’uomo spetta la poesia, suo malgrado. E’ un’altra contraddizione dell’esistenza…”, dopodiché ho messo la foto sul web. E’ piaciuta. Chissà poi cosa ci vede la gente in una mano di uomo che regge una piccola anguria, vallo a capire…
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