domenica 14 giugno 2020
Indro Montanelli, resti sporco.
Quando venne abolita la schiavitù in America, non venne eliminato il razzismo.
Infatti ancora oggi quella società ne è pervasa, e la nostra anche. Ma il diritto, nominalmente, non prevede il razzismo. Così come la legge occidentale non prevede il sessismo, l'omofobia e il fascismo. Eppure la società ne è permeata lo stesso.
Non è abolendo un simbolo che si guarisce una psiche collettiva. Nessuno ha demolito Auschwitz proprio perché ne restasse la memoria dell'orrore.
Quindi a me sta bene che la statua di Indro Montanelli rimanga dov'è, ma perennemente imbrattata.
Era un uomo bianco, colonialista, maschilista, sufficientemente acculturato da capire che stava sbagliando e abusando di una ragazzina nera e schiava.
Resti là la sua effigie sporca, a ricordarlo a tutti.
.
"Elevare a simbolo un umano, erigergli una statua, significa sempre scegliere l'aspetto preponderante di quell'umano e usarlo per ispirare, per ricordare dove possiamo arrivare e da dove veniamo, fingendo che il resto non sia esistito o sia sparito di fronte alla magnificenza di quel singolo aspetto eccezionale.
Accade, però, che i tempi cambino, ed è come se ci fosse un cambio di luci sulla persona al centro del palco: i dettagli che prima emergevano preponderanti ora sono più al buio, e invece sono in piena luce orrori che in precedenza erano nascosti o considerati "superabili", "piccoli errori", "peccati di gioventù".
Ma la consapevolezza collettiva cambia e, nonostante tutto, diventiamo sempre più sensibili alle dinamiche di potere e sopraffazione, e una statua che ci è sempre sembrata al posto giusto diventa un simbolo negativo e ci offre un'occasione di elaborazione, di analisi, di riflessione.
La statua di Montanelli nei giardini pubblici di Milano non è più soprattutto la statua di un famoso giornalista del Novecento italiano che è stato stupratore e razzista, ma è soprattutto la statua di uno stupratore razzista che era un famoso giornalista del Novecento italiano. E ricorda un momento storico (il Colonialismo) che a distanza di quasi un secolo non abbiamo ancora elaborato, di cui non parliamo mai, spesso ignorando del tutto di quali crimini il nostro paese si sia macchiato.
Quella statua è un'enorme opportunità di riflessione. Perché una statua che raffigura un essere umano non è sacra ed eterna, ma rappresenta una memoria storica, quindi ci deve sempre spingere a domandarci quali conti non abbiamo regolato con il passato, quale sia la nostra visione attuale del mondo, quali i valori su cui si basa la nostra società.
Anziché proteggerla dovremmo usarla per affrontare la paura di scoprire che le cose non sono andate come pensavamo. Non è un fallimento, al contrario è un atto coraggioso che può spingerci a ricostruire la società su altre basi, sul rispetto e la dignità di tutte le persone e sulla giustizia sociale", cit. post Associazione Tlon
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