giovedì 11 febbraio 2021

Appunti notturni di Corallo

Mi fai sentire brutto.

Mi parli, mi guardi, mi valuti e alla fine mi sento brutto.

Inutile e sbagliato, è come mi fai sentire.

Nei giorni che passano, nei tuoi occhi, cresco come una pianta parassita, capace solo di produrre linfa infetta. Quando mi parli pare che il mondo mi odi e non mi voglia bene. 

Scarafaggio repellente da schiacciare.

Hai ragione tu?

Sono così sbagliato, perché mi abbatto e resto solo, perché è difficile fidarmi della gente, perché ho paura di perdere sempre?

Tu mi fai sentire brutto.

Mi parli, mi guardi, mi valuti e mi annienti.

È una vita quotidiana di pane avvelenato. Tu mi fai sentire sbagliato.

Mi spaventa guardarti negli occhi perché mi ci vedo brutto. E me lo dici, che ti deludo, che sbaglio a far tutto.

Mi chiudo dentro lo sgabuzzino di me stesso, la tua pelle morbida e i seni freschi, non me li merito più.

Senza speranze, senza possibilità.

Morirò solo e brutto perché ti parlo poco, non faccio programmi ma labirinti in cui mi perdo.

Poi mi riprendi un attimo, mi dici che son bello ma dura giusto il tempo per togliermi le ali, farmi cadere giù.

Sono incapace, sono sbagliato e sono brutto.

Forse hai ragione tu.

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Considerando che la vita è una commistione di caos e schemi fissi, posso dare ragione a tutti, e posso dare torto a tutti, ugualmente, e poco importa, la vostra idea, la mia idea, è giusta, è sbagliata, l'esistenza è ingiusta, è giusta.

Ci sono cose che hanno senso in un solo senso.

Il surrealismo era un modo per provare a uscirne, rinoceronte, lacrima, Gesù Cristo, Amanda Lear, daccapo.

Fa male più vivere che morire.

C'è una nuova esigenza di analisi di dati, basta guardare le richieste di lavoro: vogliono quelli che sanno analizzare i numeri.

Non è vero che la creatività risolve i problemi. La creatività è spontanea e probabilmente indipendente dalla volontà del singolo. Ha più a che vedere con l'inconscio collettivo di un'epoca. Come il design.

Qualcuno dice che l'amore è la risposta finale a tutto. Forse, forse no, forse vaffanculo.

L'amore è la questione iniziale del tutto, e lo dico io. Nel percorso ci si perde, ragionevolmente, perché la vita è un'esperienza traumatica. E questa è l'unica verità.

La verità è che l'esistenza è una crudele passeggiata verso la morte.

Qualcuno è più predisposto a viversela bene qualcuno invece no.

La fortuna è basilare in ogni aspetto. Meglio aver fortuna che talento, è certo.

Chi ha un'etica forse ci si può attaccare perché è come un filo di Arianna in un gran labirinto. Ognuno ha ragione a farsene una di etica. Tanto sarà sempre relativa, nel contesto e nelle epoche.

Anche la questione della sintassi cambia.

E se ti piace o non ti piace, non importa a nessuno.

Credo che Narciso abbia già spiegato tutto, il nostro riflesso ci ha creato più problemi che soluzioni dall'inizio dei tempi.

È prettamente inutile tutto.

Scrivi pure i tuoi desideri su un foglietto e poi spera che ti vada bene, se ciò accade ritieniti davvero fortunato perché lo sei. E se non accade, fattela passare.

A me piace il caffè, il sesso e tutto ciò che ha a che fare con la scrittura e l'arte visiva. 

Probabilmente faccio parte di quelli che non sanno fare bene i calcoli.

Tanto ormai è assodato che ragione e torto sono convenzioni, per me per primo, perché sono egoista e narcisista. Magari sarò solo fortunato.

E resterò in ombra, ridacchiando perché solo ancora oggi ho 37 anni e mi sento un bambino vecchissimo.

State a guardare.

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Mi sono comportato bene? Sono stato giusto? 

Me lo chiedo non solo per un singolo caso ma in generale. Per tutto. Quando vivevo a Barcellona e volevo invecchiare non era perché fossi meno bello ma perché potessi gestire le cose in maniera meno stupida. 

Ho capito che Dio esiste e che non siamo solo in balìa del caso, ho capito che vivere seguendo la giustizia e il rispetto più ampio possibile è sempre la scelta migliore. Ma nonostante Dio esista, nonostante una predisposizione reale alla verità e all'intelligenza profonda per me ormai sia assodata, non sarò mai esente dal dolore né dalle conseguenze del tutto. Ho sempre cercato una formula, una magia, una maniera per mettermi in salvo, come l'umanità ha sempre tentato di fare, spesso in modo goffo e drammatico, quando invece l'unica strada è accettare il mistero tragico e al contempo tentare di salvare l'anima anziché cedere al nulla. L'ho letto ovunque eppure non lo capivo. Ho dovuto comprenderlo da me. Sono partito dal basso, ho vissuto tutti gli stadi finora e continuo a progredire. Una società giusta permette uno svolgimento veloce e tutelato del percorso di evoluzione personale, non esclude gli errori, non toglie del tutto la possibilità di sbagliare, almeno un po' ad ognuno. 

Non c'è una formula precisa ma una serie di strade migliori.

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È come dopo una lunga chemioterapia.
Anni di radiazioni, anni di vita, anni di rabbia e paura. Ma come la natura io mi riprendo, lentamente. Non muoio né mi riduco ai minimi termini: io mi rigenero. Sono un albero. Ho passato una lunga malattia che però non mi ha fatto morire. Anzi, mi ha insegnato tutto ciò che non sapevo. Ho vinto, che gioia. Ho imparato tutto il dolore e tutta la paura e l'esperienza vera della sofferenza per cui non c'è scampo. Perché sono ancora vivo? Mi è toccato vivere. C'erano forze che volevano distruggermi, portarmi via tutta l'energia, prosciugarmi, nutrirsi di me e farmi diventare io stesso la malattia. Ho subìto, ho chinato il capo, ho perso quasi tutto ciò che avevo, ma ho compreso i trucchi, ho capito le strategie, ho fatto le mie piccole mosse. E ho vinto. Ora è tempo di recuperare le forze. Si torna a casa per Natale, c'è da mangiare e festeggiare tutti assieme. Grazie a Dio.

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"Un appunto" di Wislawa Szymborska

La vita – è il solo modo
per coprirsi di foglie,
prendere fiato sulla sabbia,
sollevarsi sulle ali;
essere un cane,
o carezzarlo sul suo pelo caldo;
distinguere il dolore
da tutto ciò che dolore non è;
stare dentro gli eventi,
dileguarsi nelle vedute,
cercare il più piccolo errore.
Un’occasione eccezionale
per ricordare per un attimo
di che si è parlato
a luce spenta;
e almeno per una volta
inciampare in una pietra,
bagnarsi in qualche pioggia,
perdere le chiavi tra l’erba;
e seguire con gli occhi una scintilla nel vento;
e persistere nel non sapere
qualcosa d’importante.

Wisława Szymborska

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"Ricostruzione. Ricostituzione. Montaggio e smontaggio della memoria. frammenti. Immagini incompiute. Sequenze senza finale. ricordare un percorso intero. E dopo un altro più lungo ma un percorso completo. ricordare nel tempo reale dell'evento. Invadere il tempo reale dell'evento con il tempo reale del ricordo (...) unisci i frammenti con precisione. Fallo apoco a poco . E riposati. Non ti inventare scenari, non completare i vuoti con l'immaginazione. La morale appartiene al passato"

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