L'Amore di Corallo cap 4
- Esistenze diverse, percorsi, destini. Qualcuno ha davvero fortuna, insomma le cose gli girano esattamente come le ha desiderate. Poco dolore, molti piaceri e soprattutto soddisfazioni. Ne ho frequentati un bel po' di questi soggetti, credo non si rendano conto di quanto siano rari e in qualche modo benedetti per il fatto di non dover partecipare alla lotta e all'affanno dei molti che invece non solo non ottengono granché ma vivono costantemente in affanno. Di solito questa gente, i pochi, finisce per ricoprire ruoli di comando o responsabilità sociale, ma non possono davvero capire come funziona il mondo, perché loro non hanno percorso la strada del dolore. Quindi non capiscono niente delle persone, anzi, il distacco è talmente grande che interpretano l'esistenza dalla loro unica prospettiva. Fanno i politici, i dirigenti, i giornalisti, gli artisti, insomma, gestiscono il potere e le comunicazioni ma è matematico che ciò che propongono a chi sta sotto sia una deformazione delle loro visioni prive di realtà.
- Anche quegli stronzi combattono.
- Sì ma per arrivismo, ambizione, ipocrisia, mica per campare, Corallo.
- Vero.
- Ovvio, anche loro alle volte finiscono in merda.
- La giustizia fa giri larghi...
- Di sicuro non la giustizia umana, quella è fatta dagli uomini, quindi è sempre parziale. Ma credo anche in una giustizia universale, che agisce prima e dopo le nascite di tutti noi.
- Tu credi in cose indimostrabili.
- Sì, lo so.
- Beh, ma quindi?
- Nulla, come al solito avevo voglia di riflettere.
- Sto bene ultimamente, ho voglia.
- Di cosa?
- Di tutto.
- Non riusciamo a trattenere niente. Tutto scorre e passa oltre. L'unica cosa che abbiamo è il presente, no?
- Sì, ecco perché bisogna riempirlo di roba buona.
- Donne, soldi ed esperienze?
- Già.
- Lei era stupida ma mi voleva bene. Mi dispiace ce l'abbia con me per il male che le ho fatto. Sono stato duro, d'altronde era insopportabile quando pretendeva troppo, senza pensarci prima. Lei non pensava, al contrario di me. Agiva, faceva, voleva. Litigavamo, andavamo a letto, per un certo periodo è stato impossibile fare a meno l'uno dell'altra. Impossibile. Qualcosa ci teneva, credo fosse un bisogno. Certe relazioni finiscono solo quando sono pronte a liberare chi le ha fatte nascere, come se avessero una vita autonoma. L'amore crea una dimensione a parte in cui due persone partecipano e non ne sono del tutto padrone. E non solo per quanto riguarda l'amore, credo valga per diversi rapporti.
- Eppure volevamo altro, vogliamo altro anche adesso. E lei sta col tizio che le regala i fiori, solita storia...
- Sì, un tema ricorrente nella mia vita.
- Si vede che è così che deve essere.
- Forse, forse è uno spunto per evolvere. Se sono riuscito a risolvere le cose addirittura con mio padre, Cristo, non posso non riuscire a risolvere il tema dell'amore.
- Non ne hai la certezza.
- Vale la pena provarci però.
Mi alzo per bere un bicchierino di whisky e fumare la terza sigaretta del dopo cena. Poi basta, devo andare a letto evitando di addormentarmi sul divano. E devo scrivere, perché è l'unico metodo per capirmi. L'introspezione è un lavoro duro e difficile.
- Ma a chi importa?
- Lo fanno tutti, Corallo, solo che non lo dicono oppure lo fanno male. O magari fanno altro, meglio, ad esempio dipingere o costruire palazzi. Ma tutti pensano a se stessi, hanno dubbi, hai capito no?
- Sì, vorrei solo capire dove vuoi andare a parare.
- Alla verità che mi aiuti a essere utile invece di essere un problema.
- Tranquillo, tanto prima o poi finirai comunque di essere un problema qui sulla terra.
- Lo so perfettamente ma durante il transito vorrei fare qualcosa di buono per me e per gli altri.
- E cosa?
- Dare gioia, smuovere coscienze, proteggere, essere d'aiuto per quelli a cui è capitato di fare errori e vogliono rimediare, come noi.
- Come te, semmai.
- Giusto, tu non sbagli mai.
- Nella mia dimensione non esiste giusto o sbagliato.
- Lo so ma nella mia sì.
- Tu l'amavi?
- Una sera, al mare, l'avevo portata a cena fuori. Naturalmente era felice, lo era sempre quando mangiava in un ristorante, ma in quel periodo non stava bene fisicamente. Ricordo che osservandola avevo provato dolore profondo e sgomento al pensiero che lei potesse essere grave, che fosse malata seriamente e che avrebbe potuto morire. Il mare scuro di notte alle nostre spalle, luci giallognole e lampadine attorno, ho sentito paura per lei. Credo fosse amore in quel momento.
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